Ufficio Stampa e Supporto Legislativo
on. Antonio Peluso, cons. regionale e Presidente Commissione Consiliare Speciale per il Controllo Attività della Regione e Verifica Attuazione Indirizzi Politico-Programmatici

Consiglio Regionale della Campania

 

COMUNICATO STAMPA

Peluso: “La nostra regione ha il deficit più elevato, tra le Regioni, nell’ultimo anno: oltre il 20 per cento del deficit nazionale, sia in valore assoluto che riguardo al calcolo pro-capite”

“CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA”

Deficit sanitario ed inasprimento tributario: l’intervento del consigliere Antonio Peluso


NAPOLI, 16 GIUGNO 2006 – “Se la nostra Regione vorrà evitare che vada oltre la fine di questo anno l’inasprimento tributario su Irpef e Irap scattato dal primo giugno a causa dei conti della Sanità fuori controllo, alle misure già in atto dovrà aggiungere qualcosa in più. Bisogna che la Regione Campania reclami l’incasso dei fondi di perequazione deliberati dal Cipe, a partire dal 2001, ma mai erogati e ancora trattenuti dal Tesoro. In totale si tratta di 2,5 miliardi, che se trasmessi alla Regione, potrebbero rappresentare una notevole boccata di ossigeno”.
E’ questo il commento del Consigliere regionale Antonio Peluso in merito al deficit sanitario che aggiunge: “Già da tempo la Corte dei Conti ha denunciato la disastrosa gestione economica della Sanità pubblica Regionale. Ed oggi noi stiamo leggendo nient’altro che l’epilogo della “cronaca di una morte annunciata”.
La situazione della Campania è la più delicata tra quelle elencate dal ministro Tommaso Padoa Schioppa: la nostra regione ha il deficit più elevato, tra le Regioni, nell’ultimo anno: oltre il 20 per cento del deficit nazionale, sia in valore assoluto che riguardo al calcolo pro-capite.
A questo punto l’orientamento del ministero sembra definirsi sempre con maggior chiarezza: per risanare il pauroso buco, non si possono accendere nuovi mutui, né contrarre altri debiti o cartolarizzare le fatture cedute agli istituti finanziari. In termini ancora più semplici il debito non può essere coperto con altri debiti ma solo con nuove entrate strutturali, che tradotto, non significa altro che nuove tasse e tagli alla spesa.
La magra speranza che ci rimane, dunque, è che il Ministro Padoa Schioppa, entro la fine di questo mese, possa “muoversi a compassione” nei nostri confronti. E mi riferisco ad una sorta di revoca nei confronti della mannaia fiscale (lievitazione a + 1%) delle aliquote regionali dell’Irpef e dell’Irap, scattata dal 1 giugno scorso in base agli automatismi previsti dalla legge Finanziaria e che comunque credo resterà in vigore almeno per il 2006. Non dimentichiamo, peraltro, che in Campania le imposte sono già state ritoccate, al rialzo, a partire dallo scorso gennaio.
Il problema, allora, credo sia da cercare nei meandri di una gestione disastrosa della sanità pubblica. Una questione che ho già affrontato diverse volte nei mesi scorsi, soprattutto in occasione dello scandalo relativo alla spartizione delle nomine dei direttori Asl. Gestire, saccheggiando le risorse pubbliche per interessi di parte è pratica ordinaria di politici, sindacati e dirigenti preposti alla “buona” gestione del pubblico per mantenere i consensi ed il potere proprio e delle loro organizzazioni, ed è il motivo principale del deficit nella Sanità pubblica in Campania.
Se si vuole correre ai ripari, si incominci seriamente a riflettere su questo punto. Perchè ciò che stiamo vivendo non è altro che il risultato inevitabile di una gestione della sanità pubblica intollerabile, vergognosa e irresponsabile. E i fatti mi danno incontestabilmente ragione.
Più che di responsabilità contabili, allora, credo si debba decisamente parlare di responsabilità civili, intollerabili, sulle quali, in questi ultimi anni, è calata una omertosa coltre di silenzio”.
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