La grande anima
La mia conoscenza di S.Giovanni
risale all’anno scorso, quando mi accingevo a svolgere il
servizio civile di obiettore di coscienza presso l’associazione
di volontario Figli in Famiglia. Precedentemente non c’ero
mai stato, se non di passaggio. Devo essere sincero: fu un approccio
duro, difficile, in barba alla familiarità e all’affetto
di cui fui circondato in F.I.F.. Per molti mesi abbiamo condotto
una analisi psico-relazionale sugli alunni della scuola “Nino
Cortese” e la mia conoscenza di questa realtà, seppur
lontana da pretese di esaustività e di profondità
conoscitiva, progrediva giorno dopo giorno. Giornate intere a discorrere
con gli alunni, per cercare di isolare i problemi, per cercare di
conoscere qualche prezioso elemento su cui poter lavorare. Ambiente
relazionale, famiglia, amici, problemi di ordine esistenziale e/o
esperienziale, ambiente scuola. L’elemento che però
emergeva costantemente, inerente la maggioranza dei “figli
della ricostruzione” (mi riferisco agli abitanti dei quartieri
167\219) era una situazione familiare “disturbata”.
Ignoranza, degrado, illegalità, povertà materiale,
morale, spirituale relazionale. Di contro ha conosciuto persone,
abitanti di questo quartiere, che ho ammirato per il carisma, la
cultura e quel qualcosa di inafferrabile che caratterizza e ha caratterizzato
i grandi della storia: “La grande anima”. Grande responsabilità
incombe su queste persone. Sulle loro spalle il futuro di questa
comunità: futuro che passa attraverso la rivoluzione dei
valori, attraverso la rivoluzione culturale e quindi morale, futuro
che passa per le strade del sacrificio e dell’amore nella
dimensione della croce.
Dare la vita per gli altri, nel caso specifico per la comunità,
vuol dire essere pronti a tutto, vuol dire essere disposti a lasciare
le proprie comodità, le proprie sicurezze, essere disposti
a bere la cicuta che sarà offerta da chi, camorrista, spacciatore,
politico corrotto o chi per essi, sarà scoperto e denudato
dalle stesse opere di giustizia e di promozione umana. Forte come
la morte e l’amore e le asque, anche inondazione e di quelle
più violente, non lo spegneranno, Mai.
Dal 'Sud' del 16-06-1996
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