La famiglia al centro
Inaugurato nei locali della
parrocchia di S. Anna di Afragola il Centro “La Famiglia”
La civiltà post-industriale
ha ingenerato un processo di enorme spersonalizzazione dell’uomo
contemporaneo. Le cause scatenanti di questo stato di cose sono
molteplici.
Alla preziosa presenza di subculture che cementavano i rapporti
in gruppi umani culturalmente e socialmente definiti, si sono sostituiti
processi sempre più estesi di massificazione sociale. L’uomo
“televisionizzato” impera. E l’uomo televisionizzato
è un vacuum, che non ha niente da dire, a cui interessa il
pascoliano “disvartissmain” per allontanare da sè
il dolore lacerante del tempo che scorre, dolore che sa di perdita,
dolore che, cristallizzato nell’ideologia paneconomica, pensa
al tempo passato come perduto e allo scorrere di esso come allo
scorrere dell’efficienza, della produttività del bello
che più non torna.
Il tempo, dicevamo, il grande dolore da fuggire, il nemico da combattere,
l’accusatore da far tacere. E l’uomo moderno viene aiutato
costantemente e con molta sollecitudine a fuggire da se stesso,
ad alienarsi, per usare una terminologia marxiana, ad eutanasizzare
la sua esistenza. Un tempo che ci accusa, ci smaschera, ci denuda
e ci mette brutalmente di fronte alla verità: la morte. Una
realtà che non fa parte più della vita, un sottoprodotto
della iperciviltà tecnocratica da nascondere, come si fa
per le scorie e i rifiuti radioattivi. E si scavano grandi buche,
si foderano di cemento armato e di piombo e si nasconde in esse
la sconcertante realtà: realtà che ci confonde, ci
disorienta e mette in discussione tutto quanto: i nostri progetti,
la n’osta idea del mondo, noi stessi.
Questo atteggiamento da “struzzo che nasconde la testa sotto
la sabbia” è l’unica difesa che ci rimane. L’unica
difesa di fronte ad un mondo che ci ha sottratto tutte le armi che
ci avrebbero permesso di intraprendere la battaglia. Di fronte alla
“grande incognita”, di fronte al “mostro”,
la mega - iper - super - civiltà tecnocratica nasconde la
testa sotto la sabbia, la finta di non vedere e di fronte ad un
necrologio esclama: “Come mai? Era così giovane”
o scuote la testa, considerando l’evento funesto un incidente
di percorso.
E ben vengano ditte specializzate che truccano i cadaveri, il lambiccarsi
il cervello per “pensare a non pensare”, per cercare
a tutti i costi di divertirsi di.... ammazzare il tempo.
In tutto questo la famiglia non ha senso. Non ha senso riunirsi
a tavola e parlare. Ma parlare di che? L’imperativo è
“non impegnarsi eccessivamente”, nemmeno nell’amore
perchè..... ebbene si: l’amore fa soffrire; sorvolare
i problemi e non pensarci troppo, non pensarci troppo. Al limite
si può rivivere la nostra emotività guardando qualche
telenovela o soap opera, perchè la coscienza del nostro inconscio
dorma sonni tranquilli: è tutta una finctio.
In questo clima di stordimento esistenziale e di disumanizzazione
ad litteram, creare un centro il cui obiettivo sia la valorizzazione
della famiglia è un atto eroico, da premio nobel.
E’ quanto successo Martedì scorso nella parrocchia
di S. Anna ad Afragola, alla presenza di numerosi invitati, del
Parroco, don Franco Iazzetta, determinato e carismatico nei suoi
intenti, e del decano don Peppino Delle Cave.
“E’ un segno dei tempi - ha affermato don Franco nel
discorso inaugurale del Centro “La Famiglia” che ha
a disposizione ampi e numerosi locali del complesso “S. Anna”
- e una impellenza. Il nostro obiettivo è la famiglia, famiglia
che è la fonte della società. In essa - continua don
Franco - la vita ha il suo nucleo più intenso ed è
nostro compito valorizzarla, promuoverla perchè promuovendo
essa, si promuove l’uomo.
Il centro ha a sua disposizione un folto numero di esperti, tutti
determinati e pieni di entusiasmo per questa grossa iniziativa:
il dott. A. Fratellanza, endocrinologo, il dott. A.La.Sala, ginecologo,
il dott. D.Coppeta, neurologo, la sig.na G.Cossentino, ostetrica,
il dott. N.Izzo, pediatra, il dott L.Cinquegrana, psicologo, il
prof. M.Pica Pedagogista, la sig.na P.Sarnelli, assistente sociale.
L’etica matrimoniale e la spiritualità familiare sarà
curata dal prof. don Luigi Medusa e dal parr. Don Franco Iazzetta.
Gli operatori di pastorale familiare sono la prof. Maria Carmine
e il P.I. Eugenio, coniugi Girfoglio.
Un atto eroico, dicevamo, un evento, che poteva essere promosso
solo da chi - e chi più di Cristo - parla all’uomo
ed ha a cuore le sue sorti. Un evento che si erge a vessillo per
denunciare, assistere, aiutare. Un evento che smaschera l’inganno
dei nostri tempi, inganno di chi, per nascondere la morte, ha nascosto
l’uomo.
Da 'Afragola oggi' del 19-02-1995
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