Il caso Aldo Moro
Afragola 27 settembre 1995.
Ai cancelli della scuola elementare Aldo Moro, grande calca e ressa
di un folto numero di genitori che protestavano con grida e slogan,
impedendo l’accesso degli alunni alla scuola. Nella mattinata
addirittura interviene la polizia che cerca di calmare gli animi.
Il problema è vecchio quanto la scuola Aldo Moro: di fronte
all’ennesima illusione di eliminare completamente il doppio
turno, nella mattinata la delusione: tutto da rifare.
“Il comune ci aveva assegnato tredici aule - dice Mari Marano,
segretario della Aldo Moro - con la promessa di risolvere ulteriormente
il problema per otto classi, che comunque sarebbero restate a doppio
turno. Eravamo rimasti d’accordo, infatti, che il Terzo Circolo
avrebbe occupato i locali di via Amendola già succursale
della S.M. Settembrini che avrebbero dovuto, a sua volta, occupare
i locali dei SS: Cuori.
Stamattina però, la delusione. Sarebbe di nuovo la Settembrini
ad occupare i locali di via Amendola per un problema di platea scolastica.
La promessa - continua il segretario - ora, è la concessione
di dieci aule nei locali adiacenti del LU.MO. che, comunque una
volta ultimati, (ci vogliono infatti alcuni mesi per restaurare
i locali in questione e per comprare o recuperare le suppellettili
scolastiche) non risolverebbero neanche completamente il problema
del doppio turno; rimarrebbero infatti 14 classi ancora a doppio
turno”.
Il giorno 28 settembre la protesta continua. Alcuni genitori cercano
di forzare il fronte di sbarramento e di far entrare i figli con
la forza. Le grida sono alte e interviene, per il secondo giorno
consecutivo, la polizia, che si adopera per calmare gli animi.
“Come insegnante - afferma Maria Visone - sono molto rattristata
di fronte a questa situazione. Non so, alla fine, che dire ai genitori
e come giustificare o spiegare questa situazione. Noi - continua
l’insegnante Visone - chiediamo un po’ di collaborazione
da parte della scuola e da parte del comune. Basterebbe un po’
di buona volontà e tutto, forse, si risolverebbe”.
“Sono disgustata - afferma una agguerritissima madre - e contesto
violentemente con tutte le mie forze questo sindaco e questo direttore.
Sulla pelle dei nostri figli non si scherza. Stiano attenti che
questo - continua la signora - è solo l’inizio. Se
le cose non si aggiustassero, sapremo fare molto rumore, e non so
fino a che punto gli converrebbe”. I problemi rimangono. Tra
le altre difficoltà il direttore, dott. Antonio Ricciardi
è in una situazione di empasse: avendo costituito nuovi moduli
rischia di smembrarli di nuovo e chi ne fa le spese, ancora una
volta, per l’ennesima volta, sono i nostri figli.
Da 'Afragola Oggi' del
30-09-1995
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